Ho avuto la fortuna (che forse pochi hanno) di poter vivere ogni momento della mia giornata insieme ad Eva (femmina di Labrador), il mio lavoro mi permette di uscire con lei la mattina e di tornare a casa la sera, condividendo tutto ciò che succede ogni giorno ed ogni notte. Insieme, lei ed io, quasi sempre da soli, abbiamo utilizzato il nostro tempo per le indispensabili attività umane di tutti i giorni e le altrettanto indispensabili attività “canine”.
Oggi, a distanza di quattordici anni, sinceramente non c’è più alcun confine tra le due cose. Io mi ritrovo addosso molte caratteristiche canine, ho bisogno giornaliero di spazi aperti, di essere a contatto con la natura ed Eva, dal canto suo, è molto più educata e a suo agio nella società umana della maggior parte degli uomini con cui mi relaziono e si destreggia abilmente tra una riunione, un pranzo di lavoro e una discussione nello studio dell’avvocato.
In quattordici anni abbiamo fatto insieme di tutto: siamo stati tra le onde di un mare forza sei, siamo stati sepolti da una tempesta di neve e ci siamo salvati scavandoci insieme (fianco a fianco con mani e zampe) una tana nella neve, siamo stati seduti al primo banco in chiesa per il battesimo di mia figlia Benedetta, siamo stati appesi a un elicottero e anche lanciati in acqua, siamo stati in canoa, in bici, in moto, sulla seggiovia, sul cavallo insieme, abbiamo nuotato fino a perdere di vista la terra, ci siamo difesi a vicenda da chi sa quanti attacchi di branchi di cani randagi e non siamo mai usciti sconfitti, abbiamo partecipato a moltissime trasmissioni televisive ed anche girato un film insieme. Per non parlare ovviamente delle innumerevoli giornate di lavoro trascorse sulle spiagge di tutta Italia o delle centinaia di miglia percorse a bordo di motovedette in pattugliamento.
Non ricordo più quante volte ci siamo salvati la vita a vicenda, due volte ho dovuto fargli la respirazione bocca a bocca, una volta lei ha impedito con tutte le sue forze (per fortuna con successo) che io cadessi in un profondo crepaccio coperto di neve in alta montagna. Mi è capitato di doverla ricucire con le mie mani, così come di dovermi affidare completamente a lei per riuscire a ritrovare la via del ritorno dopo essermi perso.
Queste esperienze hanno profondamente influenzato il mio modo di vivere e relazionarmi con il cane e di conseguenza la nostra filosofia addestrativa. Personalmente sono fortemente contrario a quella letteratura cinofila, che si ostina a racchiudere tutto un cane in una stupida lettera dell’alfabeto greco, che è sicura di sapere cosa pensano, cosa vogliono e chi sono i cani, sulla base di osservazioni fatte nei box di chi sa quale laboratorio o semplicemente osservando il comportamento dei lupi in natura, senza averci passato una vita insieme e condiviso di tutto.
Basta ricordare che è molto più facile che un cane (senza libri e lauree) capisca il nostro linguaggio o i nostri desideri, che non che accada il contrario, per perdere ogni velleità di superiorità. Personalmente ritengo che tra cane e uomo non esista una specie superiore, ma piuttosto che un cane e un uomo affiatati e determinati si complementino magnificamente a vicenda formando una coppia dalle incredibili capacità, irraggiungibili singolarmente dall’una o dall’altra specie .
Questa, penso sia la miglior definizione di Unità Cinofila Operativa che io possa dare. Purtroppo un rapporto così profondo è molto difficile da raggiungere e spesso si addestra il cane badando solo agli aspetti prettamente tecnici, senza curare quella sfera più intima e delicata, che è il rapporto di coppia, che invece, secondo me, dovrebbe essere alla base di tutto.
Roberto Gasbarri
Presidente Scuola Italiana Cani Salvataggio – Sezione Centro Meridionale